Il sogno
Un anno fa, quando ho incontrato un maestro della montagna, Fabio Meraldi, ho iniziato ad inseguire un sogno… la più bella montagna del mondo, 8850 metri, Sua Maestà l’Everest… Tutto nella mia vita inizia con un sogno…
L'avventura
L’amore per la natura, il cielo, il freddo, la passione, la fatica, la
preparazione, il confronto, la sfida a raggiungere un obiettivo
solo con le proprie piccole ed infinitesimali forze, davanti
all’immensità e alla grandezza della montagna.
L’opportunità di far capire quanto sia bello comunicare riuscendo a trasmettere anche agli altri ciò che si prova profondamente quando si corre verso il cielo.
Gli obiettivi
Fabio e Manuela hanno sempre avuto il desiderio di dare voce alla montagna, COMUNICARE LA MONTAGNA, IN MODO INNOVATIVO E DIVERSO RISPETTO AL PASSATO.
Raccontare un’avventura di vita dalla partenza da casa all’arrivo in Nepal, all’avvicinamento al campo base, alla scalata, al rientro....la vita le emozioni, le difficoltà, i momenti….di .. la storia, la religione, tutto ciò che è cultura lungo il nostro cammino…
Tre sono stati gli obiettivi dell’Everest Speed Expedition:
1. alpinistico-storico-scientifico - il primo record di salita e discesa in giornata sulla montagna più alta del Mondo, senza uso di ossigeno (bombole), sfruttando solamente l’energia della propria forza fisica e psichica derivante dalle esperienze accumulate sulle montagne Valtellinesi e su quelle di tutto il Mondo.
2. culturale-mediatico - l’avventura di un team per vivere conoscere e sentire il Paese, le genti, la cultura, la religione, la natura, la montagna..che attraverso il suo filmato ha potuto raccontare il suo fascino e la sua storia. Per mezzo di Radio 24, con collegamenti bisettimanali, la voce della comunicazione dalla montagna è stata in diretta, come i collegamenti telefonici con RAI News 24; oltre ovviamente al sito internet www.everestspeedexpedition.com in cui le foto ed i racconti di viaggio hanno raccontato l’avventura on line. Anche la Gazzetta dello Sport, attraverso le sue righe rosa, è stata la narratrice ufficiale dell’avventura.
3. energie in Everest Speed - Uso dell’energia pulita, valutazione e riconoscimento della stessa, dando importanza al risparmio e al rinnovo in termini ecologicamente corretti. Questo ha portato la spedizione ad utilizzare sistemi di alimentazione rispettosi dell’ambiente: pannelli solari/fotovoltaici e generatore eolico.
L'Everest
Nel 2003 si festeggia il cinquantesimo anniversario della sua conquista, Tenzing Norgay e Sir Edmund Percival Hillary il 29 maggio 1953 scalarono per primi la montagna più alta del mondo, l’Everest.
La storia delle grandi conquiste himalayane ha avuto per protagonisti uomini di ogni nazionalità, è una storia di cui si è parlato e scritto in tutte le lingue del mondo, ma è solamente rifacendosi alle date e ai fatti di queste conquiste, che si possono capire ed interpretare le nuove tendenze ed il modo con cui l’alpinismo si rivolge oggi verso queste montagne.
La corsa per la salita di tutte le cime, lungo i versanti e le vie più facili durò 14 anni dal 1950 al 1964. Terminata l’era più esplorativa inizia un nuovo periodo, quello delle conquiste.
Così l’alpinismo himalayano in questi trent’anni ha percorso le pareti più ardue, poi si sono effettuate spedizioni leggere e con attrezzature più ridotte. Esplorati gli ottomila, l’uomo ha intuito e sperimentato altri orizzonti, altre prospettive, altre lunghe marce solitarie verso il significato di se stesso.
Su questa strada l’avventura sembra non finire mai. Intanto i tempi sono già mutati e nella storia dell’avventura sulle montagne più alte del globo sono entrati i record ed il cronometro. La vetta dell’Everest rappresenta un luogo geografico che si stacca dal resto del mondo e diventa il simbolo di un primato assoluto.
I protagonisti
Fabio Meraldi
Skyrunner specialista nella corsa in alta montagna.
Recordman di ascensioni in velocità e vincitore di vari titoli europei ed italiani di sci alpinismo.
La filosofia di Fabio.
Avvicinarsi all’Everest, che non è soltanto la montagna più alta della terra ma anche Sagarmatha (dea del cielo) per i nepalesi, e Chomolungma (dea madre del mondo) per i tibetani, con semplicità e naturalezza, senza l’aiuto di campi intermedi e di bombole di ossigeno.
“Dopo aver raggiunto tanti traguardi e cime, un corridore del cielo sente l’esigenza interiore di affrontare una sfida sempre più alta con se stesso.”
Manuela Di Centa
Più volte campionessa olimpica e mondiale di sci di fondo, è anche un volto noto al grande pubblico per avere condotto alcuni programmi televisivi. L’esperienza di Linea Bianca su Rai Uno ha rafforzato il suo gusto di approfondire e comunicare il mondo che ama, la montagna.
La filosofia di Manuela
“ Terminata l’attività agonistica ho sentito più forte la voglia di vivere me stessa profondamente, di continuare a conoscere, imparare, apprezzare un mondo semplice ma sublime, la montagna.
Non soltanto la sua fatica, le sue imprese, la sua storia, perché il vero obiettivo non è arrivare in cima alla vetta più alta del mondo, ma vivere insieme un’irripetibile avventura umana e spirituale.”
E’ stata lei la voce mediatica della spedizione, seguita interamente dagli occhi della telecamera che hanno raccontato la particolarissima avventura, portando a conoscenza l’alpinismo himalayano, ma non solo, anche storie e tradizioni di vita del popolo Nepalese e della sua terra.
Il progetto
E’ possibile arrivare di corsa in cima all’Everest?
Il raggiungimento della vetta è il traguardo che ha mosso Fabio Meraldi, e Manuela Di Centa a spingersi sopra tutti e tutto.
Fabio ha tentato di scalare nel minor tempo possibile la cima dell'Everest su un percorso perpendicolare alla vetta.
Partenza dal campo base posto a 5350 metri di altitudine, salita sino al colle Sud a 7950 metri con scarpe da trail runner e abbigliamento da skyrunner, per poi proseguire con abbigliamento da alta quota e piccozza sino alla cima (8850 metri), il punto più alto della terra. Poi discesa al campo base. Il tutto in meno di 24 ore, senza ausilio di bombole di ossigeno e di campi intermedi. Purtroppo, tuttavia, Fabio è stato costretto a rinunciare all’impresa a causa del forte freddo.
Manuela, in scalata classica, determinata a diventare la prima donna italiana ad aver scalato l'Everest, il 23 maggio ha raggiunto la vetta del monte consegnando all’Italia un nuovo splendido successo.
La saggezza della montagna e lo spirito olimpico uniti nell’affrontare serenamente qualsiasi cosa si incontri per strada: lo Yeti, la vittoria o la sconfitta…
Ecco quali sono state le tappe della spedizione:
- 2 aprile 2003 partenza per il Nepal
- 3-10 aprile permanenza a Kathmandu
- 11-30 aprile trekking d’avvicinamento
- 2 maggio arrivo al campo base
- 3-5 maggio acclimatazione e organizzazione logistica dei campi
- 6-16 predisposizione del percorso di salita
- 17 maggio – 23 maggio salita in vetta
- 31 maggio rientro al campo base di tutti i componenti
- 1- 4 giugno trekking di rientro a Lukla e volo a Kathmandu
- 4 giugno rientro in Italia