Ai Giardini del Quirinale il 50° anniversario dei Giochi Olimpici di Roma 1960. Il capo dello Stato parafrasa il celebre motto di Martin Luther King poi sottolinea: ''Lo sport è un fattore importante di pace, di pulizia morale e di fratellanza universale''
L’oro d’Italia, l’eccellenza dello sport azzurro, semplicemente la storia, riunita in una giornata che rimarrà scolpita negli annali. Le celebrazioni del Cinquantenario di Roma ’60 sono state infatti l’occasione per far ritrovare, per la prima volta tutti insieme, gli olimpionici italiani. Il Presidente Petrucci, unitamente al Segretario Generale, Raffaele Pagnozzi, ha fatto gli onori di casa e guidato la folta delegazione nei giardini del Quirinale, dopo averla salutata al Salone d’Onore del CONI. Un momento di orgoglio ed emozione per 275 atleti: oltre agli ori olimpici e paralimpici di tutti i tempi, i medagliati di Roma ’60, quelli di Vancouver 2010 e i giovani atleti che hanno conquistato il podio ai recenti Giochi Giovanili di Singapore.
Alle 17 gli azzurri hanno quindi ricevuto il tributo della più alta carica istituzionale dello Stato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A fare da cornice il ricordo per Roma ’60, l’ultima edizione dei Giochi Olimpici a misura d’uomo, la prima per molteplici aspetti, l’unica meritevole d’un ricordo così imponente. Cinquanta anni di amarcord da rivivere idealmente insieme agli indimenticati protagonisti di quelle imprese, con uno sguardo proiettato verso il 2020 per effetto di una candidatura che fa sognare la Capitale e un Paese intero.
Un parterre d’eccezione, con il Presidente Napolitano, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il Sottosegretario con delega allo sport, Rocco Crimi, il sindaco Alemanno, il Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, e con il mondo sportivo rappresentato dal Presidente Petrucci , dal Segretario Generale Pagnozzi , dal Vicepresidente CONi e Presidente CIP, Pancalli, dal vicepresidente del CIO Pescante, dai membri CIO Carraro, Di Centa, Reedie (Gran Bretagna), Tallberg (Finlandia), Re Costantino di Grecia (membro onorario), Coles (Australia), Hickey (Irlanda, Presidente COE), Bach (Germania, Vicepresidente CIO), Samaranch Jr. (Spagna), Schmitt (Presidente della Repubblica Ungherese e membro CIO), Gumel (Nigeria) e Subowo (Indonesia).
Il Presidente Petrucci ha sottolineato l’eccezionalità dell’evento, spendendo parole di emozioni. “Oggi la casa degli italiani è il tempio dello sport italiano. Oggi, davanti al Presidente Napolitano ci sono i campioni olimpici e paralimpici di tutti i tempo, c'è l'oro d'Italia. Sono atleti che sono riusciti in ogni sito a far risuonare l'inno d'Italia e far alzare il nostro tricolore, sono persone che hanno fatto del sacrificio, dell'allenamento la loro ragione per ottenere i loro risultati. Hanno dimostrato che quando vogliamo ce la possiamo fare. Penso che lo sport italiano abbia il record di presenze al Quirinale e questo perché gli italiani vincono, sono grandi. Dobbiamo a questi atleti tanta riconoscenza. Sono persone che hanno fatto tanti sacrifici. sarebbe difficile menzionarli tutti, per questo uso una sola parola: Italia. Mi sento un uomo fortunato, voglio condividere questa gioia con tutti i presidenti del Coni che mi hanno preceduto, con l'emozione di rivivere quelle imprese, con cui si può portare la storia al passato e il rispetto per chi ha guadagnato fama e riconoscenza in giro per il mondo. Questi atleti sono il miglior made in italy vincente. Le Olimpiadi di Roma del '60 hanno cambiato la città: e ora l'Italia spera di nuovo di poter ospitare i Giochi estivi sempre nella capitale nel 2020. Vedo qui una grande squadra a cui ci uniamo. Cinquant'anni fa il capo dell'organizzazione era Andreotti che ha salvaguardato l'autonomia dello sport e oggi c'è Gianni Letta che quell'autonomia l'ha sempre confermata. Uniamoci sotto quei cinque cerchi olimpici anche in viurtu0 di quello che è stato”.
Il Presidente Napolitano ha condiviso i tratti salienti del discorso del Presidente Petrucci e aggiunto il suo personale ringraziamento. “Cari atleti, giovani di ieri e di oggi con le vostre prove, con le vostre medaglie avete fatto onore all'Italia e alla sua unità perché da qualunque regione veniate siete stati salutati e ammirati come italiani, come rappresentanti della nostra Nazione. Voi avete fatto onore a qualcosa di più, avete fatto onore, per come vi siete impegnati e per come avete gareggiato allo sport mondiale, a quei valori dello sport, a quella civiltà dello sport che sono fattore importante di pace, di pulizia morale e di fratellanza universale. E' stata davvero una bellissima idea - ha detto il Presidente Napolitano - quella di chiamare a raccolta nel luogo giusto - la Presidenza della Repubblica, il Quirinale e i suoi giardini - tanti protagonisti delle Olimpiadi del 1960 e anche di più lontane e più recenti edizioni dei Giochi Olimpici, fino ai nostri campioni di Vancouver e ai giovanissimi azzurri reduci da Singapore. Dopo aver sottolineato che le Olimpiadi di Roma "hanno segnato una svolta per la città di Roma e nella storia delle Olimpiadi", il Capo dello Stato ha affermato che il sogno di ospitare nuovamente le Olimpiadi nella capitale "è un sogno di tutti noi. 'We have a dream'. Naturalmente sappiamo che il futuro dei sogni è affidato allo svolgersi imprevedibile della storia. Però, quello che conta è che il nostro sogno si basa su un terreno concreto: quello che nel 1960 Roma ha mostrato di saper fare. E che è pronta a fare di nuovo".
Il ricordo dei trionfi di Nino Benvenuti, Eodardo Mangiarotti e Livio Berruti a fare da sfondo, il sogno del 2020 da inseguire, la storia da celebrare: un’ora di forti emozioni nei giardini del Quirinale, prima della consegna dei premi ai giovani protagonisti di Singapore e delle onorificenze a Razzoli, Arianna Fontana, Francesca Schiavone, Francesca Porcellato, Melania Corradini, Enzo Masiello e Alessandro Pittin. Infine il saluto al Presidente della Repubblica, dopo la riconsegna delle bandiere da parte degli alfieri di Vancouver, Giorgio Di Centa e Gianmaria Dal Maistro. Poi spazio a saluti, flash e sorrisi per l’Italia che piace. E che vince. Con l’ambizione di inseguire un futuro costellato ancora di successi e di ambizioni, per un passaggio di testimone pieno di significati.